'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE I - CAPITOLO I
LA SERIE DEI TERRENI

4. Toarciano e Aaleniano

Questi piani sono ben noti nel nostro Appennino per la notevole ricchezza di Ammoniti, che ne permettono anche la zonatura stratigrafica. La facies più nota e diffusa è rappresentata da marne e calcari marnosi nodulari di un bel colore rosso e con Ammoniti (oltre pochi altri fossili) ben conservate e di facile estrazione (Rosso ammonitico). Alle Foci del Burano il Toarciano e l'Aaleniano, con le rocce descritte, hanno uno spessore complessivo di 15-20 m BONARELLI (26) e altri (193, 135) vi hanno determinato altre 50 specie di Ammoniti, che rappresentano tutte le zone in cui vengono suddivisi questi due piani. Ecco alcune specie: Phylloceras doderleinianum Cat., P. ausonium Mgh., Lytoceras cornucopiae J. et B., Harpoceras falcuferum (Sow.), Pseudogrammoceras fallaciosum Bayl., Lillia comensis Buch, L; erbaensis Hauer, Hildoceras bifrons Brug., H. levisoni Simp., Hammatoveras insigne Schub., H. gonionotum Ben., Erycites fallax Ben., Timetoceras scissum Ben.
Sempre con la caratteristica colorazione rossa e con circa 15 m di spessore, questi terreni si presentano alle Foci del Bosso e, con spessore analogo ma passanti anche a color grigiastro, in Val Tenetra. Per elenchi completi dei fossili rinvenuti rimando agli AA. citati e in particolare a BONARELLI (26).

Al M. Nerone Toarciano e Aaleniano si presentano con facies diverse. Nel versante SW abbiamo calcari nodulari brunicci con abbondanti rilegature e intercalazioni di marne verdastre e abbondantissimi noduletti e cristallini di pirite; le marne vere e proprie sono più frequenti alla base e talora possono anche mancare; lo spessore, sempre piccolo, oscilla fra i 4-5 m (Fosso Pisciarello) e i 10-15 m.
Nel versante NE del M. Nerone aumenta lo spessore e variano anche i tipi litologici. Così alla testata del Fosso delle Persale sotto Fonte Tamburello alla base vi sono marne verdi piritose ad Ammoniti e sopra calcari giallastri in istrati sempre più sottili verso l'alto; lo spessore complessivo è sui 30 m; è probabile che in questa serie, oltre il Lias sup., sia rappresentato anche parte del Giura medio. Fra Campo al Bello e Acquanera, sul fondo del Rio delle Persale, alla base vi sono 5 m di marne verdastre e calcari nodulosi con abbondantissime rilegature marnose, entrambi assai ricchi di Ammoniti; sopra seguono 20 m circa di calcari giallastri un po' arenacei con interstrati marnosi; questi due termini, pur variando leggermente nei caratteri litologici, conservano uno spessore complessivo abbastanza costante anche in Val Canale. Le marne e i calcari nodulosi appartengono al Toarciano, contengono infatti (136): Hildoceras bifrons Brug., Grammoceras radians (Rein.), Lillia comensis (Buch). I calcari giallastri sovrastanti rappresentano invece l'Aaleniano dati i reperti fossili: Phylloceras corce Heb., Erycites fallax Ben., Tmetoceras scissum (Ben.), Coeloceras vindobonense (Griesb.) (193).
A Gorgo a Cerbara si ripresentano le marne e i calcari nodulosi rossi già visti ai due fianchi del M. Petrano; lo spessore complessivo della serie è di circa 15 m Gli strati più bassi contengono Phylloceras doderleinianum (Cat.) Lytoceras cornucopiae J. et B., Polyplectus discoide (Ziet.), ecc; e rappresentano il Toarciano (71, pag 283); quelli più alti invece Phylloceras ultramontanum Zitt., Tmetoceras scissum (Ben.) Erycites fallax (Ben.) e sono aaleniani (29). I due piani sono però distinguibili solo paleontologicamente, mancando una differenza litologica.
Al Furlo il Toarciano è rappresentato da marne e calcari marnosi rossi ammonitiferi, l'Aaleniano da un calcare compatto, giallognolo, talora oolitico, e piritoso e da marne gialle con uno spessore di 4 m circa.