'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE I - CAPITOLO I
LA SERIE DEI TERRENI

7. Titoniano

Alle Foci del Burano agli Strati ad Aptici seguono calcari marmorei verdastri con Simoceras catrianus (Zitt.), S. volanense (Opp.), Lytoceras quadrisulcatum (d'Orb.) (136, p. 67), che dimostrano un'età titoniana. Questo calcare si ripresenta anche in Val Tenetra e a E di Chiaserna e secondo PRINCIPI (136, p. 67) si ritroverebbe anche alle Foci del Bosso con Phylloceras ptychoicum (Quens.), Lytoceras montanum (d'Orb.), Perisphinctes contiguus (Cat.), ecc. Però in quest'ultima località è ancora titoniana la parte più bassa del calcare rupestre, la quale si presenta con un calcare bianco-latte, compatto, litografico, o anche un po' farinoso e con scarsa selce.
Questo calcare bianco con Ammoniti titoniane affiora anche ai Cupi di Fiamma, immediatamente a E di Pieia, lungo il Fosso dell'eremita e al Ranco di Nino. Invece all'orlo N della conca di Pieia (1), nei Rii i Ranchi, nel Fosso delle Persale e a Gorgo a Cerbara il Titoniano è rappresentato da un calcare bruno, duro, s frattura scheggiosa, talora un po' noduloso e spesso assai ricco di Ammoniti. Non è possibile dare spessori di queste rocce mancando un limite netto rispetto alle sovrastanti.
Però molto spesso, se non sempre, il Titoniano è almeno in parte rappresentato dal tipico calcare rupestre. così ad esempio lungo il Biscuvio, fra Case Palirosa e Piobbico i 35 m più bassi del rupestre (che localmente ha uno spessore complessivo di 185 m) sono certamente titoniani come dimostrano: Calpionella alpina (Lor.), C. elliptica Cad., Glochaete alpina Lomb.
Al Furlo il Titoniano e parte del Kimmeridgiano si presentano con calcari marmorei verdognoli di pochi metri di spessore con Phylloceras ptychoicum (Quens.), Lytoveras montanum (Opp.), L. serum (Opp.)n Aspidoceras cyclotum (Opp.), Perisphinctes contiguus (Cat.), (193).

(1) Qui come ho detta (pag.9) il Titoniano pare trasgressivo sul calcare massiccio.


Fra le molte faune ad Ammoniti riscontrate nella regione è particolarmente interessante per la bella conservazione, varietà e notevoli dimensioni degli esemplari quella dell'orlo N della conca di Pieia.
In via generale si può dire che anche nella nostra regione compaiono con una certa frequenza, entro calcari vari (marmorei verdi selciferi, bianchi, bruni, più o meno compatti ecc.), faune ad Ammoniti, non sempre di facile estrazione, che dimostrano l'esistenza del Titoniano. Questo piano non è però ben delimitabile sul terreno per la somiglianza spesso notevole dei suoi tipi litologici con quelli dei piani sovrastanti e sottostanti e in modo particolare col calcare rupestre, che sempre rappresenta anche in parte o addirittura completamente il Titoniano. Solo lo studio di dettaglio su sezioni sottili delle serie stratigrafiche mediante i microfossili permette di stabilire il contatto Giura-Cretaceo.