'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE VI
IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA
CAPITOLO I
IDROLOGIA SUPERFICIALE

3. Portate e regime dei corsi d'acqua

Con i dati forniti dal Servizio Idrografico ho potuto compilare le tabelle 2 e 3 e costruire i grafici degli afflussi e deflussi (Tav. XI) per otto sezioni del bacino del Metauro. Questi elementi assai significativi permettono di avere un'idea precisa del regime idrologico delle varie aste fluviali.
Prima però di passare a qualche cenno illustrativo e riassuntivo sono necessarie alcune avvertenze. La tabella 2 e la Tav. XI, per avere dati direttamente confrontabili fra loro, sono state costruite per il solo periodo 1926-31, durante il quale buona parte delle stazioni fu in attività eccetto quelle di S. Angelo in Vado (sospesa negli anni 1927, 1929, 1930), Piobbico-Biscuvio (sospesa nel 1930), Acqualagna (sospesa nel 1931), e Calmazzo (sospesa nel 1931). La tabella 3 riassume invece tutte le misure fatte fino al 1940. Il totale delle precipitazioni (afflussi) è desunto dalla media isoietica sull'area della porzione di bacino che alimenta la sezione di misura (1).

I valori della tab. 2, che hanno servito per la costruzione dei grafici della Tav. XI, essendo riferiti all'unità di superficie sono direttamente confrontabili fra loro. Già a prima vista emergono le grandi analogie del bilancio idrologico nelle singole parti del bacino. Un fatto interessante che si ripete per quasi tutte le stazioni è il prevalere dei deflussi sugli afflussi durante i primi 3 mesi dell'anno; ciò è spiegabile con la progressiva cessione delle riserve sotterranee accumulatesi con le forti piogge autunnali. Questa alimentazione nascosta deve essere sensibile anche in dicembre; infatti da settembre a dicembre i deflussi hanno un aumento mensile più rapido che non le precipitazioni. Anche in aprile e maggio, se non le venute sotterranee, per lo meno lo stato di saturazione delle rocce impregnabili permette deflussi ancora sensibili. Nei mesi estivi (giugno-agosto) l'avvenuto esaurimento delle riserve sotterranee e la bassa piovosità riducono enormemente e rapidamente i deflussi, i quali si mantengono minimi anche in settembre malgrado il notevole aumento delle precipitazioni; quest'ultimo fatto è probabilmente dovuto sia alla sottrazione di acqua da parte delle rocce porose sia all'evaporazione ancora cospicua. Solo in ottobre i deflussi aumentano nuovamente per raggiungere i massimi a dicembre.

(1) Nei grafici la scala dei l/sec/kmq è riferita al mese medio di giorni 30,4 circa.


TABELLA 2
Valori medi mensili in mm
G F M A M G L
Metauro
a S.Angelo in Vado
deflussi
afflussi
92,3
80,9
107,3
72,3
136,0
154,3
87,9
93,0
91,8
117,4
14,2
21,3
4,5
27,6
Biscuvio
a Piobbico
deflussi
afflussi
120,0
105,9
96,6
87,9
129,8
110,7
73,7
85,6
76,2
98,1
9,8
27,9
9,7
38,7
Candigliano
a Piobbico
deflussi
afflussi
103,5
100,9
97,2
94,2
117,2
103,0
71,1
87,5
75,2
114,6
11,3
34,2
10,1
48,6
Burano
a Foci
deflussi
afflussi
103,5
109,0
84,5
97,1
109,8
111,3
70,3
97,8
76,9
124,0
22,5
45,5
15,0
36,7
Bosso
a Cagli
deflussi
afflussi
107,1
103,0
92,8
96,2
119,4
106,3
68,1
100,0
75,9
116,7
19,4
42,0
11,0
35,9
Candigliano
ad Acqualagna
deflussi
afflussi
109,5
104,7
75,8
83,3
99,7
92,8
76,6
95,7
73,0
114,8
17,6
40,4
11,0
52,4
Metauro
a Calmazzo
deflussi
afflussi
97,6
87,8
72,8
70,2
89,9
89,9
66,0
82,0
53,8
105,0
10,3
31,9
3,6
33,6
Metauro
a Barco Bellaguardia
deflussi
afflussi
103,2
94,8
92,0
89,3
108,7
99,8
67,3
87,7
66,8
109,6
14,0
34,4
8,1
39,0
Valori medi mensili in mm val. medi annui coef.
defl.
A S O N D in mm. in l/s/km²
Metauro
a S.Angelo in Vado
def.
aff.
4,1
42,2
10,3
141,7
57,4
168,6
93,9
148,3
121,2
142,7
820,9
1210,3
26,0
38,3
0,68
Biscuvio
a Piobbico
def.
aff.
6,5
39,9
8,1
91,3
27,6
101,5
82,1
144,1
152,4
182,7
792,5
1114,3
25,1
35,3
0,71
Candigliano
a Piobbico
def.
aff.
9,4
55,2
10,0
95,1
30,4
102,7
75,3
140,2
128,5
159,4
739,2
1135,6
23,3
36,0
0,65
Burano
a Foci
def.
aff.
12,4
56,0
12,3
123,1
24,4
114,7
62,0
143,8
120,0
172,6
713,6
1231,5
22,6
39,1
0,58
Bosso
a Cagli
def.
aff.
11,2
52,5
13,3
115,6
31,2
113,4
74,0
151,9
130,1
191,0
753,5
1224,5
23,9
38,8
0,61
Candigliano
ad Acqualagna
def.
aff.
10,6
62,5
12,9
104,9
28,1
100,7
67,6
143,1
139,9
192,7
722,3
1188,0
22,9
37,6
0,61
Metauro
a Calmazzo
def.
aff.
4,4
53,7
6,7
104,4
24,7
107,3
44,9
118,0
118,7
171,9
593,4
1055,7
18,8
33,5
0,56
Metauro
a Barco Bellaguardia
def.
aff.
7,5
51,5
10,5
106,4
27,2
108,2
58,9
132,8
118,2
163,5
682,4
117,0
21,6
35,4
0,61

Il regime dei corsi d'acqua è perciò tipicamente torrentizio e pluviale con buone portate per 7 mesi all'anno ( da novembre a maggio) e con portate minime per 5 ( da giugno a ottobre). La capacità di immagazzinamento e di cessione delle acque sotterranee modera un po' il tipico regime pluviale. Lo scarso effetto però di questo elemento regolatore e la mancanza di estesi gruppi montuosi elevati, che potrebbero permettere una più cospicua condensazione dell'umidità atmosferica e, con il più notevole e persistente manto nivale, una più prolungata alimentazione delle falde idriche sotterranee, fanno scendere a valori bassissimi le portate estive. Nei corsi d'acqua marchigiani a S del Metauro invece l'emergere di massicci mesozoici permeabili assai più cospicui ed elevati consente portate di magra estiva più alte. Per la condizioni di permeabilità del bacino rimando a pag. 210. Qualche differenza di dettaglio ma interessante si osserva fra le singole aste fluviali. Così i deflussi relativi a S. Angelo in Vado sono notevolmente superiori a quelli di Calmazzo; data la piccola differenza degli afflussi se ne deve forse cercare la ragione in più cospicue perdite per evaporazione o per assorbimento dei terreni nel tratto S. Angelo in Vado-Calmazzo. Le portate relativamente più alte del Candigliano ad Acqualagna rispetto al Metauro a Calmazzo devono forse imputarsi all'effetto regolatore dei massicci mesozoici ampiamente permeabili.

TABELLA 3
Stazione di misura Sup. di dominio
in kmq (1)
Periodo d'osserv.
(2)
Portate medie giornaliere in mc/sec.
Anno
(3)
G
(4)
F
(5)
M
(6)
A
(7)
M
(8)
G
(9)
L
(10)
A
(11)
METAURO
a S.Angelo in Vado
137,90 1926-28
e '31
3,62 4,79 6,15 7,09 4,72 4,78 0,76 0,23 0,21
BISCUVIO
a Piobbico
101,34 1926-28
e '31
2,54 4,68 4,02 4,90 2,88 2,88 0,38 0,37 0,25
CANDIGLIANO
a Piobbico
186,20 1926-35 4,50 6,51 7,92 8,68 4,88 4,46 1,24 0,76 0,47
BURANO
a Foci
125,93 1924-31 2,88 4,44 4,66 5,58 4,04 3,29 1,10 0,75 0,59
BOSSO
a Cagli
126,32 1925-34 3,20 4,32 5,66 6,10 3,34 3,42 1,15 0,70 0,53
CANDIGLIANO
ad Acqualagna
616,57 1924-30
1932-33
14,90 21,40 23,20 28,60 18,50 14,70 5,46 3,11 2,24
METAURO
a Calmazzo
374,15 1926-30
1932-38
6,93 11,70 12,50 13,20 8,12 6,07 1,99 0,76 0,49
METAURO
a Barco Bellaguardia
1044,5 1926-40 23,40 35,30 44,50 40,00 26,40 24,60 9,83 4,16 2,62
Stazione di misura Portate medie giornaliere in mc/sec. Portate giornal. in mc/sec Port. al colmo
di piena in
mc/sec.(18)
Deflussi e afflussi in mm. Coeff. di deflusso
(21)
S
(12)
O
(13)
N
(14)
D
(15)
min
(16)
max
(17)
(19) (20)
METAURO
a S.Angelo in Vado
0,55 3,00 5,04 6,27 0,03 84,30 1579,00 820,9 1210,3 0,68
BISCUVIO
a Piobbico
0,32 1,04 3,20 5,75 0,03 47,50 975,00 792,5 1114,3 0,71
CANDIGLIANO
a Piobbico
0,63 2,41 6,30 9,94 0,02 84,60 188,00 764,0 1175,0 0,66
BURANO
a Foci
0,65 1,24 3,03 5,28 0,21 41,10 80,00 722,0 1232,0 0,58
BOSSO
a Cagli
0,71 1,62 4,53 6,50 0,19 112,00 299,00 802,0 1264,0 0,63
CANDIGLIANO
ad Acqualagna
3,27 7,28 18,30 32,50 0,59 281,00 563,00 760,0 1215,0 0,62
METAURO
a Calmazzo
1,21 3,33 7,56 16,40 0,03 143,00 386,00 585,0 1108,0 0,53
METAURO
a Barco Bellaguardia
4,33 14,20 28,00 48,20 0,28 594,00 1230,00 707,0 1187,0 0,60

L'importanza dei deflussi del Candegliano su quelli del Metauro sono facilmente rilevabili dalla stazione di Barco di Bellaguardia.
Nella Tab. 3 ho raccolto i valori medi giornalieri assoluti in mc/sec per le stesse stazioni fino a tutto il 1940. Appare così chiaro il contributo delle singole parti al deflusso totale del bacino e in particolare quello rilevante del Candigliano. Per tre mesi all'anno (aprile, maggio e novembre) le portate corrispondono all'incirca alla madia annua, per 4 mesi (dicembre-marzo) sono superiori, per 5 (giugno-ottobre) inferiori. Ma questo andamento delle portate risulta ancor più sfavorevole se si tien presente che in agosto (il mese con deflussi più bassi) a S. Angelo in Vado la portata è solo del 5,7% del mese medio, a Piobbico-Biscuvio e Piobbico-Candigliano del 10% circa, a Foci del 20,5% a Cagli del 16,6% ad Acqualagna del 15%, a Calmazzo del 7%, a Barco dell'11,2%. Anche da questi valori è evidente l'effetto regolatore dei massicci mesozoici sui corsi d'acqua che li intersecano (Candigliano, Bosso e Burano). La fortissima escursione annua delle portate giornaliere risalta dal confronto delle colonne 16 e 17 della tab. 4 e le portate talora colossali di piena, insieme al loro rapido smaltimento, dalla colonna 18.

Ma oltre questi dati medi ed estremi è particolarmente importante per l'utilizzazione delle acque correnti superficiali, conoscere la curva di durata delle portate; cioè indicando sulle ordinate le portale in l/sec/mq e sulle ascisse i giorni, indipendentemente dal loro ordine naturale ma solo in funzione delle portate via via decrescenti.
Riporto solo delle curve di durata del Metauro a Calmazzo e a Barco di Bellaguardia per gli anni 1926-37 (fig. 2) che sono sufficientemente indicative, specialmente la seconda che si può considerare come rappresentativa delle condizioni medie del bacino, anche per le altre sezioni.
Mancano dati circa i deflussi alla foce del Metauro, che, oltre a non essere facilmente misurabili, avrebbero scarso interesse essendovi la sottrazione di gran parte delle acque di magra da parte del Vallato del Porto per la centrale idroelettrica della Liscia. Sono però valutabili a poco di più di quelli della stazione di Barco d Bellaguardia. I coefficienti di deflusso annuali, pur essendo piuttosto bassi, rientrano nei valori normali dei corsi d'acqua appenninici. credo inutile intrattenermi su di essi in quanto, essendo in funzione degli elementi più sopra esaminati, non farei che ripetermi. Riporto tuttavia nella tab. 4 i coefficienti di deflusso

mensili per Calmazzo (medie 1926-30 e 1932-37) e Barco di Bellaguardia (medie 1926-37).

Come si vede anche qui risultano valori molto bassi per il cinque mesi dell'anno (giugno-ottobre); essi dipendono dalla forte evaporazione e dalla

TABELLA 4
Anno G F M A M G L A S O N D
METAURO
a Calmazzo
0,53 0,91 0,94 1,00 0,63 0,47 0,22 0,11 0,07 0,09 0,19 0,47
METAURO
a Barco
0,60 0,94 1,02 1,10 0,70 0,56 0,31 0,20 0,13 0,11 0,24 0,53 0,80

sottrazione ad opera della vegetazione, del terreno agrario e delle rocce argillose.
L'assorbimento da parte dei terreni permeabili deve avere minore importanza perchè i coefficienti di deflusso più bassi si verificano proprio per Calmazzo, il cui bacino di dominio ha minore permeabilità per assenza o quasi di rilievi mesozoici. I valori molto elevati e spesso anormali dei primi tre mesi dell'anno (gennaio-marzo) sono, come si è detto, dovuti agli apporti sotterranei.

Misure di velocità vengono compiute periodicamente dal Servizio Idrografico; essendo però limitate alle stazioni di misura più volte ricordate non hanno grande interesse per quanto si riferisce alla capacità di trasporto e al potere erosivo dei corsi d'acqua. Per i valori rimando agli Annali Idrologici (10).
Dal punto di vista pratico sarebbe molto importante conoscere la quantità di materiali trasportati dal Metauro, ma ci mancano misure dirette nel nostro bacino; però a Montecchio, sul contiguo Foglia, funziona dal 1937 una stazione torbiometrica, le cui misure possono darci un orientamento circa le portate torbide del Metauro. Riporto qui sotto nella tab. 5 i valori di questa stazione per il periodo 1937-42 (1).

Naturalmente essi hanno semplicemente valore di orientamento. Affiorando però ampiamente nel bacino del Metauro (per circa l82% della sua superficie) le stesse formazioni facilmente erodibili di quello del Foglia

(1) Il trasporto torbido è in funzione di vari fattori; infatti esso non dipende semplicemente dalla portata liquida, ma soprattutto dalla distribuzione e dalle variazioni improvvise della portata. Inoltre hanno notevole importanza gli afflussi dopo un periodo più o meno prolungato di siccità. Dato il regime del Foglia e del Metauro si può così comprendere la notevole entità del loro trasporto torbido.


(formazione marnoso-arenacee e Neogene esterno) è lecito prendere questi valori come base per una valutazione nel nostro bacino. Tenendo quindi conto del trasporto unitario per kmq (a Montecchio, 1937-42; 2330 kg/kmq) si può valutare a 2.600.000 tonn. circa (cioè all'incirca 1.100.000 km3) il materiale in sospensione portato a mare annualmente dal Metauro.
TABELLA 5
Anno G F M A M G L
Torbidità specifica
media in kg/mc
5,27 2,10 5,48 2,25 3,46 9,16 7,88 6,23
Portata torbida
media in kg/sec
44,70 24,00 108,00 26,80 30,10 114,00 41,20 8,07
Deflusso torbido
in 103 tonn.
1410,00 62,30 261,00 71,80 78,00 305,00 107,00 21,60
Deflusso torbido
unitario medio
in tonn/kmq
2330,00 107,00 433,00 119,00 129,00 506,00 177,00 35,80
Deflusso in mc/sec 8,50 11,40 20,50 11,90 8,71 12,50 5,23 1,30
A S O N D
Torbidità specifica
media in kg/mc
2,44 24,20 7,625,06 4,46
Portata torbida
media in kg/sec
1,30 41,00 28,30 52,00 65,90
Deflusso torbido
in 103 tonn.
3,50 106,00 75,80 135,00 177,00
Deflusso torbido
unitario medio
in tonn/kmq
5,80 176,00 126,00 224,00 293,00
Deflusso in mc/sec 0,53 1,76 3,72 10,30 15,00

L'idea della notevole entità del trasporto si può avere anche dal rapido interrimento del bacino artificiale del Furlo, Questo infatti nel 1992, all'inizio del funzionamento, aveva un invaso di circa 2.000.000 di mc, nel 1941 solo 1.165.000 mc. Cioè in 19 anni è riuscito a trattenere circa 835.000 mc di materiale pari circa a 1.500.000 tonn.

Per conoscere la completa capacità di trasporto del Metauro occorre tener conto anche del materiale grossolano portato essenzialmente per rotolamento. Non è possibile avere qui neppure un ordine di grandezza; però un'idea la possono dare le notevoli alluvioni ghiaiose del Metauro distese lungo la spiaggia dal porto di Fano fino oltre Torrette e l'ampiezza e il rapido protendimento della concoide metaurense, la maggiore fra quelle dei fiumi marchigiani. Per maggiori dettagli e per lo studio dell'antagonismo fra la corrente fluviale e il mare rimanendo ad altre pubblicazioni (40).