'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE VI
IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA
CAPITOLO I
IDROLOGIA SUPERFICIALE

2. Caratteri pluviometrici della regione

Mi limito solo a brevi cenni su questo, che fra i fattori climatici è il più importante per l'idrologia superficiale e sotterranea, rimandando per gli altri (temperatura, umidità, soleggiamento, ecc.) ad alte pubblicazioni (40, 200). Ho raccolto nella tabella I le medie annue delle precipitazioni nelle stazioni interessanti la nostra regione fino al 1940 incluso. I diagrammi della Tav. X riassumono le medie mensili del ventennio 1921-40 di nove stazioni; ad essi è unito per confronto quello delle precipitazioni medie su tutto il bacino per gli anni 1923-40 costruito mediante le superfici isoietiche con i dati forniti dal Servizio Idrografico (1).
La piovosità media annua come si può rilevare da questi dati non raggiunge valori molto elevati; i minimi si hanno presso il mare, i massimi sulla catena Nerone-Catria e soprattutto su quest'ultimo monte dove in certi anni si possono superare i 2000 mm. In via generale si può dire che le piogge aumentino con la quota e con la distanza dal mare; vi è però qualche eccezione (per es. Fossombrone rispetto a Urbino e Barchi).
Notevole importanza dal punto di vista idrologico ha la distribuzione delle precipitazioni nel tempo. Come si vede dalla Tav. X le piogge sono irregolari; i minimi mensili si hanno in luglio con valori talora inferiori a 1/40 del totale annuo; i massimi in settembre presso la costa, in ottobre su buona parte del bacino e in dicembre nelle zone interne. Le precipitazioni sono concentrate in pochi mesi all'anno in autunno e spesso anche in primavera. Presso la costa le differenze mensili sono meno sensibili, assai più alte invece nell'interno. L'esatte corrisponde sempre a un periodo di notevole siccità e durante esso le precipitazioni non superano normalmente 1/7 del totale annuo.

(1) Devo ringraziare il Direttore Ing. Rossetti e gli altri funzionari della Sezione di Bologna del Servizio Idrografico per avermi messo a disposizione le maggior parte dei dati idrologici necessari.


Il manto nevoso è limitato e di breve durata, non superando che raramente anche nelle zone più interne, salvo le cime più elevate, in un anno i 40 giorni di persistenza sul suolo e i 200 cm complessivi. Esso perciò non può modificare in modo sensibile l'alimentazione tipicamente pluviale dell'idrografia superficiale e sotterranea.
Il regime irregolare delle precipitazioni e la forte siccità estiva hanno, come vedremo, un notevole effetto negativo sui corsi d'acqua.