'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE VI
IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA
CAPITOLO I
IDROLOGIA SUPERFICIALE

4. Profilo e andamento dei corsi d'acqua

Nella Tav. XII riporto i profili longitudinali del Metauro e dei suoi principali affluenti di lunghezza superiore ai 10 km (1). Questi profili sono stati costruiti con i dati della carta tipografica al 25.000 dell'IGM (oltre a qualche altra fonte), con la maggiore esattezza possibile, seguendo gli alvei anche nelle loro arse minori. Purtroppo la mancanza di livellazioni ha impedito che le ricostruzioni avessero quella necessaria esattezza (2); tuttavia anche la Tav. XII permette osservazioni interessanti (3).
Il Metauro dalla foce al km 39,5 circa presenta tre tratti (fra la foce e il km 7, fra i km 12 e 19, fra i km 29,3 e 39,5) con pendenza costante del 2,56‰ e tali da essere quindi paralleli fra loro. Fra questi si intercalano altri due tratti dove la pendenza da prima assai debole aumenta poi rapidamente nella porzione a monte. È interessante la corrispondenza di queste due inflessioni con le pieghe di S. Costanza, Cuccurano e Bargni. Una nuova e analoga inflessione negativa del profilo si osserva tra i km 39,5 e 44,2 (immediatamente a monte del rilevo della Cesana) dove la pendenza media diventa del 5,66%. Dal km 51,8 al km 60,6 il profilo ha cambiamenti di pendenza in relazione alle pieghe di S. Maria in Ripuglia, M. Spadaro-Furlo, Urbino-M. Polo. Più a monte non si osservano anomalie degne di rilievo.

Anche il Candigliano ha un profili interessante. Esso infatti mostra tre netti gradini (fra i km 46 e 49,4, fra 63 e 73, fra 81 e 87) di importanza decrescente e corrispondente ai rilievi del Furlo e di Abbadia di Naro e Montiego e al prolungamento verso NW del Nerone. Nei profili del Burano (fra i km 63,6 e 67,6) e del Bosso (fra i km 65 e 75 circa) si nota pure una brusca e forte rottura del profilo in corrispondenza dell'incisione del grande rilievo Nerone-Catria, dove la pendenza aumenta fortemente fino al 19,3‰.
Del tutto particolare è il profilo del Tarugo; infatti dal suo sbocco nel Metauro fino al km 40 circa esso è regolare, a monte ha un tratto a minor pendenza media, cui fa da soglia il rilievo del Furlo, Infine si fa rapidissimo improvvisamente alla testata. Hanno invece ormai raggiunto il profilo di equilibrio il Rio Puto e il Rio Maggiore.
Si può concludere che il Metauro e buona parte dei suoi affluenti principali non hanno raggiunto ancora il loro profilo di equilibrio definitivo. Infatti gli alvei mostrano aumenti di pendenza, e quindi processi erosivi ancora in atto, in corrispondenza dei rilievi mesozoici e dei principali assi strutturali nel Neogene e immediatamente più a monte tratti a pendenza più dolce, cui fanno da soglia i rilievi mesozoici stessi. Si può anche osservare che, quando il corso d'acqua incide le strutture nella loro parte centrale, l'alveo ha una pendenza forte (Candigliano al Furlo, Bosso e Burano ai lati del Petrano, ecc.), quando invece le solca ai margini (Metauro alla Cesana, Biscuvio e Candigliano al Nerone) l'aumento di pendenza è minimo o nullo. Questi fatti non sono interpretabili solo con i normali processi erosivi; ma occorre invocare anche una accentuazione delle strutture durante il Quaternario recente che ha alterato i profili in precedenza regolarizzati. Tali movimenti sono anche comprovati

(1) Eccetto il Fosso Screbia (che confluisce nel Burano fra Cagli e Smirra) per il quale mi mancano i necessari elementi altimetrici.
(2) Una livellazione particolareggiata dell'alveo, oltre a meglio precisare i fatti e le conclusioni esposti, avrebbe una notevole importanza pratica per la sistemazione e l'utilizzazione idrica del bacino metaurense.
(3) Per facilità di esposizione mi riferirò sempre, anche per gli affluenti alle distanze progressive dalla foce del Metauro.



dalla divergenza di alcuni terrazzi fra Urbania e Fossombrone (189) ed altri fatti (1).
Già uno sguardo alla carta topografica mette chiaramente in evidenza che vi sono due orientamenti fondamentali dei corsi d'acqua, uno NW-SE e uno SW-NE; il primo parallelo e il secondo normale agli orientamenti tettonici e alla costa adriatica. Gli andamenti NW-SE corrispondono a sinclinali o a più facili erodibilità delle rocce, quelli SW-NE invece tagliano perpendicolarmente le strutture; i primi sono conseguenti o susseguenti, i secondi per lo più antecedenti.
Fra gli orientamenti NW-SE corrispondono a sinclinali ad es. il Metauro fra i Campi Resi e moltissimi influenti minori; sono connessi invece alla più facile erodibilità dei terreni terziari il Fiumicello, il Fosso dell'Eremo ecc. Alcuni corsi d'acqua che si trovano in questa ultima condizione sono rimasti spesso, per l'approfondimento del letto, incassati nelle rocce mesozoiche sottostanti più dure (ad es. Fosso di Valmena, Bosso fra Secchiano e Cagli ecc.). Fattori strutturali e litologici insieme influiscono sul prevalente orientamento NW-SE dei corsi d'acqua che solcano la formazione marnoso-arenacea umbra fra il Biscuvio e il Burano.
Gli andamenti SW-NE sono invece per lo più indipendenti dai fattori tettonici più cospicui e da quelli litologici e sono interpretabili in gran parte come antecedenti. Cioè sono stati resi possibili dalla lentezza del sollevamento, la quale ha consentito la progressiva e profondissima incisione delle pieghe mesozoiche con tipiche gole (Furlo, Foci del Burano, Foci del Bosso, Gorgo a Cerbara, ecc.). Il basso corso del Metauro da Fossombrone al mare è invece conseguente, essendosi instaurato dopo il Pliocene medio seguendo la dolce pendenza naturale della regione che emergeva lentamente per regressione; solo in seguito, per l'approfondirsi del letto, ha inciso le strutture neogeniche sottostanti.

(1) Lo studio accurato del profilo dei corsi d'acqua ha anche importanza geologica per il riconoscimento di eventuali strutture neogeniche sepolte, le quali anche durante il Quaternario hanno subito deboli accentuazioni che possono aver alterato le superfici preesistenti.