'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE VI
IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA
CAPITOLO III
UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE

2. Irrigazioni

Nel bacino del Metauro esse sono assai poco sviluppate e se si eccettua il bel villaggio rurale di Metaurilia e gli immediati dintorni di Fano, mancano esempi razionali di una certa entità. Nel 1939 (200) le zone irrigate ammontavano a 377 ha circa, di cui 223 ha in Comune di Fano (Metaurilia comprendeva circa 89 ha); di questi, 37 (cioè circa il 10%) erano alimentati con acque superficiali, il rimanente con acque sotterranee.
Questi bassissimi valori acquistano significato se si pon mente alla grande estensione delle aree pianeggianti di terrazzo, che per la loro morfologia sarebbero suscettibili di irrigazione. Infatti la superficie complessiva del III e IV terrazzo al di sotto dei 100 m di quota da Fossombrone (o per essere più esatti da S. Martino del Piano e dal Piano di Gualdo) al mare e dal basso corso dell'Arzilla a Torrette è di circa 6550 ha, di cui 4800 in sinistra e 1750 in destra del Metauro; da questi valori è già stato tolto il 15% corrispondente a strade, case, aie, ecc. Se si tien conto anche delle aree di terrazzo più a monte, ma più difficilmente irrigabili per la loro frastagliatura le superfici utili dovrebbero avvicinarsi ai 10.000 ha.
Causa fondamentale di questo stato di cose è lo scarso deflusso libero del Metauro durante il periodo critico, per cui non è possibile la costruzione di canali d'irrigazione di una certa entità. Ad aggravare la situazione sta anche il Vallato del Porto, che sottrae al basso corso del fiume quasi tutte le acque di magra. Assai scarsa è inoltre l'utilizzazione delle acque freatiche.

Prima di esaminare i possibili miglioramenti per estendere le irrigazioni, credo utile riportare i consumi medi di acqua nella regione marchigiana (200):

TABELLA 7
Mesi d'irrigazioneDurata d'irrigazione Consumi per ha
Colture pratiche giugno-settembre 100-120 giorni 0,5-0,8 l/sec
Colture ortive maggio-settembre 130-140 giorni 0,8-1,0 l/sec
Colture sarchiate giugno-settembre 120 giorni 0,6-1,0 l/sec

Stabilito così che 1 l/sec/ha è una quantità sufficiente per la pratica irrigua locale, vediamo come si possono utilizzare le acque fluenti. Mi riferirò alla parte bassa della valle fra Fossombrone e il mare, che è la zona più adatta per estensione e caratteri. Per i valori idrologici mi riferirò alla stazione di Barco di Bellaguardia (pag. 191, tab. 2 e 3).
Già semplici derivazioni dal Metauro potrebbero consentire l'irrigazione di superfici assai più vaste delle attuali. La minima portata giornaliera osservata a Barco nel quindicennio 1926-1940 è stata di 0,28 m3 /sec; un tale minimo è assolutamente eccezionale, per cui penso si possa in realtà contare su una portata di magra di 1,3 m3 /sec (media mensile più bassa osservata nel quindicennio). Un tale valore premetterebbe di irrigare 1300 ha circa ; non si tien conto però delle varie perdite, ma neppure delle acque di recupero. Poichè frequentemente, anche se di rado per più giorni consecutivi, la portata scende al di sotto di 1,3 m3 /sec, credo che in pratica con derivazioni dirette non si potrà irrigare durante alcune punte di magra estiva.

Questi deflussi estivi si possono però regolarizzare e aumentare notevolmente con un serbatoio artificiale. Il punto più adatto per la creazione di una diga è presso S. Lazzaro nell'ubicazione e con i caratteri già proposti dal Servizio idrografico (212). Per rendere costanti le portate medie mensili di luglio, agosto e settembre (quelle di giugno sono abbastanza elevate, v. tab. 3) e sufficiente un invaso di circa 4,1 mil. di m3 , che darebbe per i tre mesi ricordati una erogazione di 4,16 m3 /sec. Dato però che negli anni di forte siccità i deflussi estivi possono ridursi al 60% dei valori medi, è sufficiente un invaso di 2,15 mil. di m3 , che fornirà circa 2,49 m3 /sec costanti. Piuttosto che limitarsi all'invaso minimo sufficiente, sarà più vantaggioso sbarrare un bacino di 6,4 mil. di m3 con una diga di m 26,6 come è già stato consigliato (212). Un tal lago artificiale potrà fornire 4,5 m3 /sec nell'estate medio e tre m3 /sec nell'estate critico (1). Naturalmente i secondi sono più prossimi alle condizioni reali di funzionamento, cioè: 2,49 m3 /sec per un invaso minimo sufficiente a regolarizzare le portate e 3 m3 /sec per un invaso di 6,4 mil. m3 , sufficienti per irrigare rispettivamente 2500 ha e 3000 ha circa.

Credo fuor di luogo riportare i grafici, i calcoli e le considerazioni che mi hanno portato a questi valori, i quali sono semplicemente indicativi. È necessario però tener presente che, utilizzando le acque di recupero e con una distribuzione razionale, sarà possibile aumentare sensibilmente l'area irrigata (1) e che, prevedendo la derivazione a la Barca (quota 67 presso il Metauro), sarà possibile utilizzare questi deflussi estivi e le acque fluenti negli altri periodi anche per forza motrice.
Con la sola costruzione della diga di S. Lazzaro bisognerà tener conto anche dell'interrimento (pag. 246). Se poi, come augurabile, si realizzerà una generale utilizzazione del bacino idrografico del Metauro per energia elettrica, il pericolo dell'interrimento diverrà praticamente trascurabile e dal punto di vista irriguo si otterrà a Fossombrone una tale regolarizzazione delle portate

(1) Avverto solo che il bacino è stato considerato pienamente invasato al 1° luglio e che i vari fattori attivi e passivi, cui finora non si è accennato (evaporazione, precipitazioni, ecc.) praticamente si compensano e non modificano in modo sostanziale i valori esposti.

da consentire praticamente l'irrigazione di tutta la zona a valle di S. Lazzaro (circa 7000 ha). In tal caso però occorrerà rinunciare, per gli impianti a valle di Fossombrone, a parte del loro sfruttamento per forza motrice e commisurare deflussi e installazioni tenendo conto delle necessità irrigue.
Altra fonte cospicua di acque sono le falde sotterranee. Purtroppo fino ad oggi, per lo scarso sfruttamento che se ne fa, poco conosciamo della loro consistenza e portata (pag. 226). Non è però azzardato affermare che con esse è già fin d'ora possibile ampliare sensibilmente le aree irrigate soprattutto nel IV terrazzo e nel II terrazzo, in prossimità della costa. Le erogazioni potranno aumentare se si deriveranno a scopo irriguo le acque superficiali, le quali potranno in parte andare ad impinguare le falde acquifere sotterranee. La mancanza di valori non ci consente fare previsioni.
Da questi pochi cenni risulta evidente la possibilità, facile dal punto di vista tecnico, di far progredire notevolmente la nostra regione anche in questo campo, operando un adatto sfruttamento delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Con la creazione di vari bacini artificiali, cui accennerò al paragrafo seguente, sarà possibile estendere le irrigazioni anche a monte di Fossombrone.