'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE I - CAPITOLO I
LA SERIE DEI TERRENI

11. Cretaceo superiore-Eocene medio (Cenomaniano - Luteziano)

Già nella parte alta della formazione precedente compaiono intercalazioni di calcare bianco marnoso, che prendono il sopravvento rapidamente sulle marne tanto che dopo pochi metri si hanno solo strati di questo calcare separati da sottilissimi letti marnosi verdicci, che spariscono presto anch'essi verso l(alto. si passa così a quella potente formazione nota sotto il nome di scaglia.
Per i caratteri dettagliati della roccia rimando a quanto esporrò in seguito (pag.138). Qui osservo solo che si tratta di calcari marnosi bianchi, rosei o rossi (scaglia bianca e scaglia rossa) a strati generalmente sottili, molto monotoni nei caratteri essenziali, le cui uniche variazioni macroscopiche sono date dalla presenza o meno di selce, dal contenuto marnoso e soprattutto dal colore. Frequenti sono le pieghettature e gli arricciamenti.
Più interessante è invece accennare ai caratteri litologici della serie stratigrafica, che possono essere così schematizzati dall'alto al basso:

7) Strati di passaggio alla scaglia cinerea sovrastante con alternanze di marne grigie e rosse;
6) Alternanze di scaglia bianca e rosea;
5) Scaglia rossa;
4) Scaglia rossa con noduli di selce;
3) Scaglia bianca con noduli di selce;
2) Scaglia bianca senza noduli di selce
1) Strati di passaggio alle marne a Fucoidi.

Questa successione si mantiene costante in tutta la regione; variano però gli spessori complessivi e quelli dei singoli livelli, che non hanno un vero valore cronologico; anche i passaggi verticali sono graduali. Così lo spessore degli orizzonti 1-3, cioè della scaglia bianca , è variabile in genere fra i 50 e i 100 m e nel gruppo del M. Nerone-Petrano aumenta da NW verso SE, raggiungendo i valori maggiori a oriente del meridiano di Pianello.
A circo 70-80 m dalla base della formazione (a Pianello ad esempio 78 metri) vi è uno strato di calcare bituminoso di 0,40é1,00 m di spessore che si segue con un'impressionante costanza e regolarità per tutta la regione e anche in quelle contermini. Tale strato, costituisce un ottimo orizzonte guida di facile riconoscimento, contiene spesso numerosi ittioliti e vertebre, costole ecc. di pesci; esso normalmente si trova entro la parte alta della scaglia bianca , però dove questa diminuisce di spessore si rinviene entro la scaglia rossa dell'orizzonte 4) (Rocca Leonella, Frontone, ecc.). Ciò dimostra ancora il valore puramente litologico delle suddivisioni più sopra accennate. Circa i caratteri di dettaglio di questo strato rimando a pag.162.

I numerosi pieghettamenti e fagliature impediscono spesso misure precise di spessore. fra Palirosa e Piobbico mediante pazienti misure ho potuto stabilire i seguenti valori: m 27,50 per l'orizzonte ", m 37 per il 3, m 28 per il 4, m 239,50 per gli orizzonti 5-7; spessore totale m 332. RENZ nei dintorni di Fossombrone ha misurato: m 170 per gli orizzonti 2-4 e m 125 per quelli 5 e 6. Sempre RENZ a Gubbio ha trovato m 160 per i livelli 2-4, m 200 per quelli 5-6 e m 40 per il 7 (158).
La scaglia rossa e bianca è ampiamente diffusa nella regione e affiora nei rilievi della Cesana, del Furlo, del Montiego, M. Nerone, Catria, ecc.
Entro questa formazione furono talora raccolti fossili macroscopici fra cui: Fucoidi, Amorphospongia ficoidea (Gld.), Clypeaster leskei (Gld.), Pygorhyncus sopitianus d'Arch., Archiacia nasica, Ananchites ovata (Lam), (M. Petrano e Fossombrone), Stenonia tuberculata Des., Offaster globulosus de Lor. (Foci del Burano), Cardiaster italicus (M. Cimaio e altrove), C; subtrigonalis (M. Catria), Ostrea canaliculata Gld., Pecten mambranaceus d'Orb., P. matronensis d'Orb., P. espaillici d'Orb., P. cretosus d'Orb., Inoceramus sp., Lucina lenticularis Gld., Belemnitella quadrata (Blv.) (Foci del Burano), Belemnitella mucronata (Schlot.), Ptychodus latissimus (Serra S. Abbondio), Coelodus costai Heckel (M. Tenetra (1). Questi fossili dimostrano chiaramente l'esistenza nella scaglia di tutti i piani del Cretaceo sup. dal Cenomaniano al Maestrichtiano; essi però non permettono, sia per la loro rarità estrema, sia per l'incertezza delle località di raccolta, di stabilire la stratigrafia di dettaglio.
Questo problema è stato invece affrontato da RENZ (158) mediante i foraminiferi. Con lo studio di dettaglio della scaglia dei dintorni di Fossombrone e di Gubbio (oltre che di altre parti dell'Appennino) questo A. ha potuto individuare le seguenti zone stratigrafiche:

(1) Quest'ultima specie citata da PRINCIPI (136) sembrerebbe proveniente dallo strato bituminoso intercalato alla scaglia. Per le altre specie vedi nn. 105, 179, 193 della bibliografia.


a) Scaglia bianca con noduli selciferi con Globotruncana appenninica RENZ; spessore 70-110 m; Cenomaniano;
b) Scaglia rossa con noduli selciferi con Globotruncana lapparenti Brotz.; spessore 80-130 m; Turoniano e Campaniano;
c) Scaglia rossa senza noduli selciferi con Globotruncana lapparenti Brotz. e G. stuarti (Lapp.); spessore 70-125 m; Maestrichtiano e Daniano;
d) Scaglia rossa senza selci con Globorotalia e Globigerina; spessore 40-80 m Paleocene; Eocene inferiore;
e) Scaglia rossa con selci con Globigerina; spessore 15-30 m; Eocene medio;
f) Alternanze di scaglia rossa e cinerea; spessore 40-80 m; Eocene medio.

La datazione degli orizzonti cretacei è stata fatta da RENZ mediante le Globotruncana, che sono abbondanti e diffusissime in tutta la porzione inferiore del complesso scaglia; il riconoscimento dell'Eocene invece è stato basato solo sui parallelismi con la serie di Visso (Macerata), dove sono note ricche microfaune a grossi Foraminiferi. Le ricerche che ho condotto mi hanno permesso di dimostrare anche per il bacino del Metauro l'età eocenica della scaglia più alta. Infatti dagli strati di scaglia bianca e rossa del pianoro terminale del M. Cesana (e più precisamente presso C; Gasparini) (corrispondente all'orizzonte 6 indicato più sopra (pag.20) ho rinvenuto una bella microfauna dell'Eocene medio, come dimostra la presenza di Vulvulina haeringenis (Gumb.), Plectina dalmatina (Schub.) e altre varie specie. Inoltre nella scaglia cinerea cioè nella formazione che sovrasta direttamente, ho raccolto numerose microfaune dell'Eocene superiore.
Si può perciò concludere che la scaglia bianca e rossa rappresenta nel bacino del Metauro una serie comprensiva e continua dal Cenomaniano all'Eocene medio inclusi, come dimostrano i macro e i microfossili in essa contenuti e le microfaune delle marne a Fucoidi e della scaglia cinerea (di cui dirò più sotto) cioè dei complessi stratigrafici che la includono.