'Il bacino del Metauro', di Raimondo Selli

Raimondo Selli

IL BACINO DEL METAURO
Descrizione geologica - Risorse minerarie - Idrogeologia

Edizione elettronica del volume edito nel 1954

PARTE V
COMBUSTIBILI FOSSILI

CAPITOLO III
PROSPETTIVE GASSIFERE E PETROLIFERE DELLE MARCHE SETTENTRIONALI

3. Coperture

Passo rapidamente in rassegna qui sotto i termini stratigrafici impermeabili capaci di determinare e proteggere eventuali accumuli di idrocarburi, procedendo anche qui dall'alto al basso della serie.

Quaternario marino, Pliocene sup. e medio. Le argille così databili rappresentano indubbiamente la serie impermeabile più continua e potente che in ogni caso, salvo non vi siano grandi faglie recenti o in atto, offre una protezione sicura. I complessi sabbiosi intercalati qua e là e ricordati al paragrafo precedente non diminuiscono mai la capacità di copertura della serie dato il sempre notevole spessore delle argille interposte. Anzi questi orizzonti porosi così ben protetti si trovano in condizioni assai favorevoli per accumuli strutturali o per chiusure laterali stratigrafiche.
Pliocene inf. Nella porzione della serie esiste un complesso argilloso assai importante per la sua continuità stratigrafica col sottostante Messiniano e per la sua grande diffusione. Solo nella zona litoranea fra Cattolica e Fano e, in parte, nell'anticlinale di S. Costanzo-Scapezzano esso viene quasi completamente sostituito da una serie in gran prevalenza molassica. Queste argille fra Misa e Musone possono ridursi talora a soli 40-50 m, ma generalmente hanno qualche centinaio di metri di spessore. Occorre però avvertire che dove sono state cospicue le erosioni subaeree fra la regressione e la successiva trasgressione del Pliocene medio, lo spessore delle argille in questione può essersi notevolmente ridotto o addirittura annullato; ciò avviene all'orlo interno dell'avanfossa nel tratto maceratese-ascolano e forse in alcuni rilievi costieri sepolti a S di Ancona. Messiniano. Le argille marnose sono frequenti e talora potenti in gran parte della serie, salvo che nella regione costiera fra Cattolica e Fano (per dettagli rimando a pag. 93). Nelle serie messiniane poi possono presentarsi spesso delle "trappole" stratigrafiche per passaggi laterali a facies sabbiose. Quando però lo sviluppo delle intercalazioni permeabili diventa troppo cospicuo, la funzione di copertura può essere solo esplicata dalle sovrastanti argille del Pliocene inf., come avviene nella porzione interna dell'avanfossa nel tratto maceratese-ascolano.
Miocene medio e inf., Oligocene ed Eocene sup. Lo Schlier specialmente nella sua porzione più alta e più argillosa (pag. 30) è impermeabile; non può invece offrire protezione il Bisciaro per la sua natura fortemente calcarea. La scaglia cinerea, per il suo notevole contenuto di argilla e il grande spessore costituisce un buon complesso impermeabile (molte sono infatti le sorgenti d'acqua dolce determinate da essa) e quindi una protezione per eventuali accumuli.
Albiano. Le marne a Fucoidi, anche se hanno solo qualche decina de metri di spessore possono offrire per gli stessi motivi una buona copertura. Però la scaglia cinerea e le marne a Fucoidi possono determinare una protezione solo se non intervengono cospicui disturbi tettonici.
Giura sup. e medio e Lias sup. Gli Strati ad Aptici e le marne rossa del Toarciano-Aaleniano per il notevole contenuto marnoso sono talora impermeabili, purché come al solito i disturbi tettonici non siano notevoli. Però date le variazioni notevoli di facies e di spessore di questi terreni esse possono determinare solo coperture locali e da verificarsi caso per caso.
In conclusione le coperture più efficienti anche rispetto al gas sono costituite dalle argille del Pliocene e spesso del Messiniano; le intercalazioni argilloso-marnose dei terreni più antichi possono essere in determinati casi impermeabili all'olio, non sempre al gas.